Memorie di un soldato bambino di Ishmael Beah - di Arianna Cordori
Ishmael era un ragazzino di dodici anni, viveva in Sierra Leone, nel villaggio Mogbwemo, con suo fratello Junior, il padre, la madre e il fratellino minore. Il protagonista, Ishmael, aveva tanti sogni e la passione per il rap che condivideva con un gruppo di amici con il quale si esibiva nei villaggi vicini. Le notizie della guerra scoppiata tra i ribelli e l’esercito regolare della Sierra Leone non preoccupavano Ishmael, Junior, Talloi e Mohamed che continuavano a girare villaggi ispirandosi ad una band americana vista in televisione. Fino a che, un giorno, si trovano in uno di questi villaggi dove giunge la notizia che Mogbwemo è stato distrutto dai ribelli. E così è cominciata la fuga del gruppo di amici che ha perso casa e familiari. Sono fuggiti nella foresta, mangiando quel che trovavano, dormendo sugli alberi, attraversando alcuni villaggi, trovandosi faccia a faccia con un gruppo di ribelli che li ha costretti a dividersi. Ishmael ha perso il fratello Junior e ha proseguito la fuga con un gruppo di ragazzini, che studiavano nella sua stessa scuola, fino a quando un giorno l’esercito della Sierra Leone, gli ha accolti in un villaggio sicuro, insieme ad altri civili. La situazione però è cambiata in poco tempo, l’esercito necessitava di uomini e i ragazzi più giovani tra i civili vengono arruolati, dopo un efficiente addestramento. Ishmael viene imbottito di droga, educato all’orrore e alle atrocità che la guerra consegue, viene abituato al sangue, alla morte e alla freddezza con il quale prende in mano il suo AK-47 e massacra i nemici.
Ho deciso di leggere questo libro per approfondire un argomento che la società di oggi offusca mettendo in primo piano altri aspetti della guerra, quasi dimenticandosi dell’esistenza sofferente delle vittime innocenti e dei familiari di queste, in particolare dei bambini, costretti a cancellare i propri sogni, le proprie passioni, i propri amici, gli studi, la casa e la patria, e obbligati a vivere sulla loro pelle la crudeltà a l’atrocità della guerra, scappando e trovandosi di fronte la morte ogni giorno o combattendo, perdendo la sensibilità ed ogni tipo di emozione, trasformandosi in robot. Vengono manipolati senza pietà dagli adulti stessi che hanno causato i conflitti, sembra quasi che si divertano a maneggiare eserciti di piccole creature innocenti nate e cresciute nel posto sbagliato. Sono ragazzini qualunque che hanno gli stessi diritti dei bambini del resto del mondo.
Esistono però dei centri di cura, dove è stato portato Ishmael, dopo essere stato lasciato dall’esercito. Dopo una serie di crisi causate dallo shock che la guerra gli aveva procurato, il protagonista è riuscito a superare i danni mentali, oltre a quelli fisici chiaramente. E così è riuscito a far girare la sua testimonianza per il mondo, raggiungendo, dopo un viaggio pericoloso e clandestino, con altri profughi, New York.
Ho deciso di leggere questo libro per approfondire un argomento che la società di oggi offusca mettendo in primo piano altri aspetti della guerra, quasi dimenticandosi dell’esistenza sofferente delle vittime innocenti e dei familiari di queste, in particolare dei bambini, costretti a cancellare i propri sogni, le proprie passioni, i propri amici, gli studi, la casa e la patria, e obbligati a vivere sulla loro pelle la crudeltà a l’atrocità della guerra, scappando e trovandosi di fronte la morte ogni giorno o combattendo, perdendo la sensibilità ed ogni tipo di emozione, trasformandosi in robot. Vengono manipolati senza pietà dagli adulti stessi che hanno causato i conflitti, sembra quasi che si divertano a maneggiare eserciti di piccole creature innocenti nate e cresciute nel posto sbagliato. Sono ragazzini qualunque che hanno gli stessi diritti dei bambini del resto del mondo.
Esistono però dei centri di cura, dove è stato portato Ishmael, dopo essere stato lasciato dall’esercito. Dopo una serie di crisi causate dallo shock che la guerra gli aveva procurato, il protagonista è riuscito a superare i danni mentali, oltre a quelli fisici chiaramente. E così è riuscito a far girare la sua testimonianza per il mondo, raggiungendo, dopo un viaggio pericoloso e clandestino, con altri profughi, New York.
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