Riflessioni su “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello - di Matteo D'Andrea

Pirandello porta a compimento con questa sua ultima opera la sua interpretazione della frantumazione dell’Io e come questo interferisca con la società. Tale percorso, già intrapreso a partire da “Il fu Mattia Pascal”, culmina con il totale abbandono da parte di Moscarda, protagonista di “Uno, nessuno e centomila”, al divenire incessante che contraddistingue la vita. E’ proprio la tematica del mutamento a risultare determinante, poiché nulla sembra poter essere considerato punto fermo, nemmeno la consapevolezza che ognuno ha dei propri difetti. Tutto ha infatti inizio a partire da un’osservazione “innocua” di Dida, moglie di Moscarda, la quale fa notare al marito come il suo naso penda da un lato. Basta questo dettaglio a far crollare, in un istante, il muro di certezze del protagonista, che inizia ad interrogarsi su come sia possibile che ciò venga notato solo ora. Da qui prende il largo la fase dell’“Uno” in cui Moscarda pone il suo corpo e la sua mente al tribunale di sé stessi; s...