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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

Uno nessuno centomila: chi siamo realmente? - di Lorenzo Rizzitiello

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Nel romanzo "Uno nessuno centomila" di Luigi Pirandello è presente una forte concezione vitalistica della realtà: tutta la realtà è vita, questa vita è in continua evoluzione e chi si distacca da questa trasformazione finirà secondo Pirandello per morire. Così è l’uomo, si racchiude in un individualità e si presenta a se stesso con un altro volto, che è come una maschera che non fa vedere chi si è realmente. Così l’uomo crea un alterego di se stesso che presenta non solo alla propria presenza ma anche a quella altrui, anzi, ogni uomo sarà visto differentemente da ogni altro uomo. Io appaio in maniera diversa a ogni individuo che incontro in modo che la concezione di me sarà diversa per ognuno. Partendo dal presupposto della disgregazione dell'io individuale Vitangelo Moscarda inizierà la sua serie di pazzie: quando la moglie, per un semplice gioco, gli farà notare alcuni suoi difetti fisici che lui non aveva mai notato, primo fra tutti una leggera pendenza del naso, e

"Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello - di Roberta Cappiello

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"Avevo ventotto anni e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme a tutte le altre parti della mia persona." Inizia così l'odissea di Vitangelo Moscarda, quando un commento distratto della moglie nei riguardi del suo naso come anche di altre parti del suo corpo fino ad allora  apprezzato senza remore, lo inchioda ad una tremenda verità: gli altri ci vedono in maniera diversa rispetto a come ci vediamo noi. Ciò lo induce a soffermarsi non tanto sul suo aspetto fisico quanto più sulla percezione che gli uomini hanno della realtà. Passa così da uno stato di meraviglia iniziale dove ogni cosa comincia ad assumere un nuovo, potente e cosciente significato, ad un periodo di profonda riflessione interiore riguardo la scoperta appena fatta, sempre in cerca di nuove considerazioni che man mano scavano dentro di lui un turbamento dalle radici profonde. Tra le opere del Novecento questo romanzo di Pirandello narra la storia

"Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino - di Chiara Tuveri

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Recensione del libro "Il sentiero dei nidi di ragno" È la prima opera di Italo Calvino, pubblicata poco dopo la fine della guerra, è un romanzo sulla Resistenza, ma non è tanto un racconto basato sull'esperienza dello scrittore e quindi sulla partecipazione dell'autore alla lotta partigiana, anche se certamente ne rievoca i fatti che lo hanno ispirato, ma è più un libro sulla guerra in sé, sulla violenza, sulla sensibilità dei più deboli, sui bambini in particolare. Possiamo definirlo come un libro a favore dell’infanzia, un vedere la guerra da un punto di vista di un gioco di cui neanche si riesce a capire bene le regole, ossia un libro che presenta un punto di vista “basso”, una visione dal basso come appunto è la prospettiva vista con gli occhi dei bambini. In realtà invece i bambini vedono oltre, usano oltre gli occhi anche il cuore, è una visuale ben più alta di quanto si possa immaginare. Per questo, ad esempio, i protagonisti non hanno nomi propri ma sop

Recensione “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino - di Giuseppe Gernone

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Recensione “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino Trama Il libro “Il sentiero dei nidi di ragno” racconta le vicende di un ragazzino di nome Pin, che, quasi per gioco, si trova a partecipare alla lotta partigiana contro i tedeschi durante la seconda guerra mondiale, prima nel suo paese e più tardi sulle montagne liguri. Il ragazzo viene rinchiuso in prigione, avendo rubato la pistola di un tedesco per vincere una scommessa con i grandi del bar. Riesce però a fuggire con un compagno di prigionia: Lupo Rosso. Un partigiano. Così Pin entra tra i partigiani. Il suo scopo, però, non è quello di sconfiggere i nazisti, ma di trovare un amico che abbia le sue stesse idee, per confidarsi, per sentirsi importante. Il suo obiettivo sembra raggiunto dopo l'incontro con Cugino, un partigiano che diventerà suo amico. Il testo “Il sentiero dei nidi di ragno” è realistico, in quanto narra le vicende di un ragazzino al contatto con gli adulti durante la guerra partigiana; oltre a

Riflessioni e commento sul romanzo “Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello - di Daniele Saporito

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Narrato in prima persona da Vitangelo Moscarda, detto Gengè ,il romanzo pirandelliano descrive il cambiamento psicologico avvenuto a questi. Il Moscarda viene presentato come una persona normalissima che svolge il suo lavoro di banchiere e usuraio, professioni ereditate dal padre, sempre generoso col prossimo e felicemente sposato con la moglie Dida. Ma è proprio quest’ultima a scatenare la crisi nel protagonista; lei infatti, in modo scherzoso, fa notare al coniuge che il naso gli pende leggermente verso destra. Questo piccolo e innocente commento sul viso del giovane marito diventa un argomento di riflessione interiore che da inizio ad un susseguirsi di pensieri e ragionamenti che rendono interessante e soprattutto unico ed inimitabile il romanzo. Gengè, dunque, si rende conto di apparire al prossimo diverso da come lui si è sempre percepito, iniziando così a ossessionare gli altri, persino sconosciuti fermati per strada, con le sue paranoie. Queste poi, da semplice crisi psicologi

"Il Piacere" di Gabriele D'Annunzio - di Judith Pallingayan

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Il romanzo parla di un giovane ricco e aristocratico, Andrea Sperelli, il quale ha un gusto raffinato per opere d'arte, la cui vita gira attorno ai piaceri della vita mondana e alla seduzione di belle donne. Questo rende il romanzo profondamente triste, poiché le donne sono sempre ridotte come oggetti da ammirare o "collezionare".  Nella storia vediamo il protagonista interagire con diverse donne, ma le donne che hanno avuto un impatto su di lui e suscitato la voglia di conquistarle veramente, sono Elena Muti e Maria Ferres. Alla fine si trova intrappolato da queste due amanti, due situazioni che non riesce a controllare che lo portano a rimanere da solo. Certo, la storia parla di un egocentrico donnaiolo, ma credo D'Annunzio volesse anche parlare del meglio e del peggio in tutti noi, come ha fatto per il protagonista e le donne coinvolte nel romanzo. Ho apprezzato molto di come D'Annunzio sia riuscito a descrivere i personaggi, ma non vuol dire che mi siano pia

Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino - di Alessio Cottarelli

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Il sentiero dei nidi di ragno – Italo Calvino Il romanzo racconta la storia di un ragazzino di nome Pin, che nonostante la sua giovane età si ritrova ad essere molto attivo nella lotta con i partigiani contro i tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Il ragazzo ha un animo a dir poco ribelle, dato che non aveva ricevuto neanche una adeguata educazione visto che aveva perso i genitori, infatti si ritrova poi in prigione per aver rubato la pistola, per scommessa, ad un soldato tedesco. Durante il suo periodo di prigionia conosce Lupo Rosso, un partigiano che lo aiuterà a fuggire dalla prigione e che lo accoglierà fra gli altri suoi compagni. Tra questi compagni c’era un certo Cugino, un partigiano con cui diventerà molto amico nel quale rivede una mentalità simile alla sua. Questo interessamento da parte di Pin, nel trovare qualcuno che la pensi come lui, sta a far vedere come nonostante lui stia partecipando alla guerra, abbia comunque una mentalità da bambino, aveva solo dieci

Infanzia dietro il filo spinato di Bogdan Bartnikowski - di Arianna Cordori

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In occasione della visita ad Auschwitz e Birkenau, organizzata dai volontari della giornata mondiale della gioventù che quest’anno si è svolta in Polonia, a Cracovia, ho deciso di comprare ed in seguito leggere il libro “Infanzia dietro il filo spinato” scritto da Bogdan Bartnikowski, questo raccoglie un insieme di racconti e atroci ricordi di Bogdan. Egli è nato nel 1932 a Varsavia. Lo arrestarono insieme alla madre durante l’insurrezione di Varsavia del 1944, li condussero inizialmente al campo di smistamento di Pruszkòw, poi furono deportati ad Auschwitz. Il numero di Bogdan era 192731, in seguito lo rinchiusero a Birkenau, dapprima nella baracca dei bambini nel settore femminile e successivamente nel settore maschile “B” con gli altri bambini polacchi. Ed è proprio di questo periodo della sua vita che egli racconta in questa raccolta. Nel gennaio del 1945, durante l’evacuazione del campo, ricongiuntosi con la madre, fu destinato ad un campo di lavoro a Berlino che dipendeva da Sa

Gli indifferenti di Alberto Moravia - di Arianna Cordori

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Gli Indifferenti di Alberto Moravia è il romanzo con cui l’autore esordì, pubblicandolo nel 1929. Egli all’epoca viveva in una società borghese e affermò che la stesura di questa sua prima opera lo aiutò a rendersi conto della sua condizione nella società. Infatti emerge in esso una critica antiborghese, nascosta tra le vicende di una famiglia benestante, composta da cinque persone, di cui tre fanno parte del nucleo familiare centrale, madre e due figli, le altre due girano intorno ad esso. Tutti i personaggi sono caratterizzati da una   indifferenza   nei confronti del mondo e della realtà circostante, sentimento che sfocia in una profonda accidia ed incompetenza vitale. Mariagrazia, la madre, rappresenta un aspetto della decadenza borghese. Si accorge di andare alla deriva, ma non accenna ad alcuna reazione per impedire il fallimento, la sua società sta perdendo ogni legame con la realtà della vita e si attacca ai gesti, parole, atteggiamenti più esteriori e insignificanti,

Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello - di Alessandro Aversa

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"Uno , nessuno, centomila" è un romanzo nel quale   le riflessioni   e lo stile argomentativo prendono il sopravvento sulla svolgimenti dei fatti , grazie ad una serie di ragionamenti incentrati sulla ricerca dell’io.  Il protagonista è Vitangelo Moscarda  , figlio di un noto banchiere dal quale eredita la banca e la professione di usuraio, grazie alla quale vive una vita agiata e senza troppi problemi. Inizialmente il protagonista non soffre di nessun particolare turbamento o angoscia,  fino  al momento in cui un giorno sua moglie Dida gli fa notare che il suo naso pende leggermente verso destra. Questa osservazione scatena in Vitangelo una crisi d’identità che gli fa capire che le persone che lo circondano tutti giorni hanno un’immagine della sua persona differente da quella che lui pensava , infatti lui non si era mai accorto di avere il naso pendente verso destra! Quindi dopo aver constatato che l’immagine delle sua persona non è oggettiva e varia a seconda di

La luna e i falò di Cesare Pavese - di Davide Merli

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Pubblicato nel 1950, "La luna e i falò" sarà l'ultimo romanzo di Cesare Pavese. Infatti, pochi mesi dopo, il suicidio porrà fine all'irrequieta vita dell'autore. Ed è proprio l'irrequietezza la caratteristica del romanzo, che si riscopre nelle tematiche di Pavese del ritorno alla terra natia, e della campagna. Il racconto presenta molti tratti autobiografici e parallelismi con il protagonista, un trovatello, soprannominato da tutti Anguilla, cresciuto nelle Langhe, in un paesino vicino a Santo Stefano Belbo (dove nacque lo stesso Pavese). Sentendosi come "sperduto", Anguilla decide di tornare nei luoghi della sua infanzia, gli stessi da cui si era distaccato negli anni prima della seconda guerra mondiale per cercare fortuna in America. Ritroverà l'amico Nuto, di stampo socialista, che era stato un suo punto di riferimento durante la sua giovinezza, e che lo rimarrà anche al suo ritorno, in quanto l'unica persona che ritroverà. Anguil

Uno, nessuno, centomila di Luigi Pirandello - di Claudia Rivoletti

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Uno, nessuno, centomila è l’ultimo romanzo di Luigi Pirandello, iniziato nel 1909 ma pubblicato solo nel 1926. Diviso in 8 capitoli, il testo presenta due principali sequenze: una narrativa, che illustra le vicende che accadono intorno al protagonista, e una riflessiva, che ne riporta i pensieri e ne spiega il comportamento e in cui il narratore si rivolge anche al lettore. Il protagonista, nonché narratore dell’opera è Vitangelo Moscarda, di 28 anni, felicemente sposato con Dida, vive di rendita nella città di Richieri grazie all’eredità lasciatagli dal padre usuraio. Delle sue ricchezze e della banca del padre si occupano gli amici Sebastiano Quantorzo e Stefano Firbo, lasciando vivere Moscarda nell’ozio. Il romanzo inizia con la presa di coscienza da parte di Moscarda del fatto che il suo naso pende verso destra e che ha molti difetti, fattigli notare dalla moglie, di cui egli non si era mai reso conto. “Cominciò da questo il mio male. Quel male che doveva ridurmi in breve in c

Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino - di Nicole Ripa Sole

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Il sentiero dei nidi di ragno è il primo romanzo di Italo Calvino. Ambientato in un piccolo paese ligure durante la seconda guerra mondiale, quando in Italia era presente la Resistenza partigiana, il romanzo si apre con l'immagine di una mattina in cui regna la quiete, quiete prontamente spezzata da un grido di Pin. Pin , protagonista di questo romanzo, è un bambino di circa dieci anni, orfano di madre e con il padre marinaio disperso e perciò vive con la sorella Rina , una prostituta detta La nera che frequenta i militari tedeschi. Pin è un bambino abbandonato a se stesso che non gioca con i suoi coetanei perché considerato troppo grande da questi perciò passa le sue giornate in un osteria in compagnia dei grandi che lo ritengono comunque troppo piccolo per i loro discorsi da grandi. Un giorno nell'osteria si presenta un uomo, un partigiano, venuto ad organizzare un “gap”, parola di cui Pin ignora il significato. Da questi uomini Pin riceve l'incarico di rubare un

Recensione: “Uno, Nessuno e Centomila” di Pirandello - di Teresa Vecchio

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“Ora ritornando alla scoperta di quei lievi difetti, sprofondai tutto subito, nella riflessione che dunque-possibile?- non conoscevo bene neppure il mio stesso corpo, le cose che più intimamente m’appartenevano, il naso, le orecchie, le mani, le gambe e tornavo a guardarmele per rifarne l’esame. Cominciò da questo il mio male, quel male che doveva ricondurmi in breve in condizioni di spirito e di corpo così misere e disperate che certo ne sarei morto o impazzito, ove in esso medesimo non avessi trovato (come dirò) il rimedio che doveva guarirmene ”. Così ha inizio la vicenda di Vitangelo Moscarda, di ventotto anni e di buona famiglia: il padre era stato banchiere, abile negli affari e uomo tutto d’un pezzo. Lui invece, di quieto vivere e malleabile al volere e alle   aspettative di tanti altri, era stato destinato ad ereditarne solamente i soldi e l’etichetta di “usuraio”, che ancor prima di nascere gli era stata riservata dalla maggior parte della gente. Gli affari e la banca erano